Sempre più spesso, quando si parla di ricerca del lavoro e di processi di acquisizione delle nuove risorse, si parla anche di Onboarding.
Cosa si indica con il termine Onboarding?
Con Onboarding si intende il processo con cui i neoassunti vengono inseriti all’interno di una realtà lavorativa. Comprende tutta quella serie di attività che consentono alle nuove risorse di completare il processo di assunzione, di inserimento e di conoscenza della loro nuova azienda in termini di struttura, cultura, Vision, Mission e valori, oltre, in un’ottica più ampia, alla conoscenza dei nuovi colleghi e delle attività specifiche che i nuovi assunti andranno a ricoprire.
Tutti i nuovi dipendenti vengono inseriti sul nuovo luogo di lavoro, ma la modalità d’inserimento fa la differenza. Troppo spesso, infatti, questa fase molto delicata viene sottovalutata e l’Onboarding si traduce nel consegnare al nuovo dipendente una pila di moduli da leggere e, al massimo, nell’assegnargli un supervisore o un professionista delle Risorse Umane che lo accompagni attraverso i vari comparti aziendali, introducendolo e presentandolo.
I vantaggi di un Onboarding ben fatto
Quando, al contrario, l’Onboarding è strutturato e gestito, getta le basi per una collaborazione di successo a lungo termine, sia per il dipendente che per il datore di lavoro.
Un Onboarding ben fatto può infatti migliorare la produttività del lavoratore, l’employee retention, ma anche invogliare i dipendenti ad ottenere risultati sempre migliori, facendoli sentire parte dei successi aziendali fin dal momento dell’assunzione e non soltanto gli ultimi arrivati o una pedina tra le tante presenti in azienda.
Sebbene ci siano diversi aspetti che cambiano da inserimento ad inserimento, dalla conformazione aziendale, al ruolo, alla seniority (l’Onboarding di un tirocinante sarà nettamente differente da quella di un responsabile di funzione o di una figura un vent’anni di esperienza), l’Onboarding dovrà avere come obiettivo la fidelizzazione e la retention del dipendente, ma anche il suo coinvolgimento nelle attività aziendali, oltre a fornirgli un quadro completo di quella che è l’azienda, della struttura e organizzazione, delle figure con le quali entrerà in contatto e delle procedure presenti.
La persona coinvolta nel processo di Onboarding deve dunque acquisire tutte le conoscenze e le competenze necessarie per poter svolgere al meglio il suo nuovo lavoro.
Le opportunità
La fase di Onboarding è la prima opportunità, dopo il processo di selezione, di mostrare la cultura e i valori aziendali e creare un legame di fiducia.
Da un buon legame di fiducia tra dipendente ed azienda, oltre ad una comunicazione quanto più chiara possibile, è possibile ottenere:
- ✔️ maggiore soddisfazione
- ✔️ aumento dell’employee retention
- ✔️ aumento della produttività
Un processo di Onboarding snello, chiaro, gestito correttamente nei tempi, modi e metodi, può trasformarsi in uno strumento vincente per far sentire fin da subito parte della squadra in nuovi assunti.
Come strutturare un processo di inserimento efficace
Quando si parla di Onboarding è necessario avere ben chiari alcuni punti essenziali, come l’obiettivo di questa attività, la sua durata, le informazioni ed i concetti che si vogliono trasmettere, le diverse figure aziendali coinvolte, solo per menzionarne alcuni.
Non esiste, infatti, un pacchetto preconfezionato che sia in grado di rispondere a tutti i casi. Come già detto, molto dipende dalla tipologia di azienda e dalla sua organizzazione, ma anche dal tipo di candidato e dalla sua seniority, oltre a dove verrà inserito.
Solo per fare alcuni esempi di attività di Onboarding, possiamo parlare di un tour dell’azienda, un incontro informativo, una formazione focalizzata su un programma o software specifico, la preparazione della postazione di lavoro, l’attivazione del badge… Per gestire al meglio questo processo vista la molte di attività da compiere e la pluralità di soggetti coinvolti può essere utile stilare una Check List di Onboarding con i principali passaggi da compiere. Qui potete trovare qualche esempio.
Le fasi dell’Onboarding
Un processo di Onboarding efficace non può essere improvvisato, lasciato al caso o fatto in modo raffazzonato.
Anzi, è composto da alcune fasi che possiamo riassumere come segue:
- fase preparatoria: prima che il futuro nuovo dipendente cominci a lavorare, si prepara tutta la documentazione, la postazione, gli strumenti, credenziali, attivazioni, e tutto quello che è necessario per il corretto svolgimento del suo lavoro;
- fase di accoglienza (welcoming): parte dal primo giorno del nuovo lavoro. Il neoassunto viene accolto ed introdotto secondo modalità personalizzate, disegnate sulla base del suo ruolo, delle sue esperienze passate, della cultura aziendale, ecc.;
- fase di ‘mantenimento’: vengono create occasioni per agevolare la socializzazione, verificare l’andamento dell’inserimento e monitorare i risultati raggiunti, andando così a sanare eventuali criticità o carenze.
I primi contatti con la nuova azienda e la prima impressione contano davvero molto, per questo tutte le aziende, da multinazionali a piccole realtà, devono prestare sempre più attenzione ai processi di inserimento, dall’induction all’Onboarding.
Alle prossime puntate con i rischi di un cattivo Onboarding, l’Offboarding e casi di successo di Onboarding e best practices.
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