Buongiorno Emanuela, grazie per il vivo interesse nel mio progetto e benvenuta! Ci racconti qualcosa in più su di te e sul tuo percorso?
Ciao Giada, il mio è un percorso che, almeno all’apparenza, sembra un’autostrada: cresciuta in una famiglia in cui il lavoro era considerato un valore, mentre cercavo la mia prima occupazione mi sono accorta di quanto fosse importante avere ben chiaro chi si è e cosa si desidera per poi attrarre e incontrare la realtà giusta per noi- Così ho subito deciso di dedicarmi alle Risorse Umane.
Sono stata Orientatrice, Recruiter Formatrice e infine ho realizzato il sogno di entrare in un’azienda come Responsabile Risorse Umane.
Quell’esperienza è stata importantissima per me, perché ho strutturato da zero i processi e il Reparto Risorse Umane
È proprio grazie a quegli anni di lavoro e autoformazione che ho potuto, in seguito, aprire la mia attività come Formatrice e Consulente Risorse Umane, per poi aggiungere l’ultima passione: la Consulenza di Carriera e il Career Coaching, o meglio il mio #careercoachingin5step.
Cosa ti ha spinta ad intraprendere il la tua carriera nel mondo delle Risorse Umane?
Come ti dicevo, nella mia famiglia il lavoro ha sempre svolto un ruolo importante nella realizzazione personale, ma ho conosciuto anche Persone distrutte dal lavoro. Questa cosa mi ha sempre fatto pensare e quando è toccato a me scegliere ho realizzato che l’incontro fra domanda e offerta professionale si muove su livelli che a volte vengono sottovalutati: i valori, le attitudini, i bisogni, etc. Considerarli può, invece, rendere una Persona felice e un’azienda florida. O no.
Che ruolo ha il Personal Branding al giorno d’oggi? Si può vivere senza?
Se consideriamo il Personal Branding come l’immagine che arriva agli altri di noi, l’idea che si fanno di chi siamo anche in nostra assenza, ne deriva che no, non si è mai vissuto senza, e non si può vivere senza neppure ora. A maggior ragione ora, che prima di arrivare a noi probabilmente chi ci incontra per i più svariati motivi potrà farsi un’idea di chi siamo attraverso informazioni trovate online e offline.
Che si tratti dello specialista consigliato da un amico o del cv arrivato via mail è molto probabile che inseriremo in Google il nome della Persona e ci vorremo fare un’idea di chi ci troveremo di fronte prima di contattarlo.
E sono avvisati anche i Recruiter, perché sono sempre i più i candidati che visitano i Profili Linkedin dei Selezionatori che dovranno incontrare.
Insomma, un buon Personal Branding online e offline ci aiuta a iniziare bene, poi il lavoro è tutto in mano nostra.
Parlando di lavoro, che cambiamenti hai percepito in questi ultimi due anni?
Gli ultimi anni sono stati anni veloci e strani, per non dire altro. Ho percepito soprattutto un radicale cambio di punto di vista. Abbiamo vissuto un momento di stop (o almeno lo ha vissuto la maggior parte di noi) che ha permesso o costretto a riflettere e molti sono arrivati alla conclusione che non erano soddisfatti di come stavano impiegando il loro tempo. E che volevano essere più felici anche sul lavoro.
Ecco, ho notato soprattutto questo, lato Persone.
Lato aziende il discorso è stato differente: ci si è dovuti adattare velocemente a un panorama complesso e imprevedibile. Sono stati e sono ancora momenti molto impegnativi.
A tuo parere su cosa devono puntare le aziende per attrare nuovi candidati?
Le aziende devono sicuramente mettere da parte la vecchia idea del “io ti offro un lavoro e tu devi essermi grato”.
Oggi le Persone e i ragazzi in primis vogliono valutare l’offerta, vogliono capire cosa otterranno in cambio del loro impegno e del loro tempo e non guardano più solamente al denaro, valutano molto anche l’ambiente, le prospettive e la flessibilità che verrà loro concessa.
Le aziende dovranno conoscere i bisogni dei loro candidati ideali, creare un’immagine attrattiva e rispettare le promesse fatte in colloquio. E dovranno cominciare a scegliere i candidati non solamente per l’esperienza pregressa ma anche e soprattutto per le caratteristiche personali. È un grande salto quello che devono compiere.
Mi incuriosiscono molto i percorsi di Team Building ed Empowerment che svolgi attraverso il Coaching e la Recitazione. Ce ne parli?
Creare team è importantissimo in azienda, perché solamente se le Persone condividono lo scopo e le regole del gioco si arriva all’obiettivo senza disperdere le energie in microconflitti inutili.
L’idea di lavorare con i team è cresciuta in me durante le mie esperienze come dipendente, perché mi accorgevo che la mancanza di comunicazione e di coesione tra le Persone fosse, purtroppo, un tema comune a tantissime realtà, e fosse anche una delle cause principali di errori e dimissioni.
Il teatro è metafora dell’azienda perché ha un obiettivo comune per la realizzazione del quale occorre il contributo di tutti, nessuno escluso. Ed ha anche un valore enorme nella scoperta e nella crescita personale, così, quando frequentando un percorso di Public Speaking ho conosciuto un regista e attore di cinema e teatro, è nata l’idea di fondere coaching e recitazione. E le aziende sono contente, a quanto pare!
Sei anche Agile HR Professional certificata ICAgile. Quali sono gli elementi essenziali per avviare dei percorsi di ricerca e selezione agili ed efficaci?
La metodologia Agile mette al centro il cliente e snellisce i processi per renderli più adatti a performare in mercati volatili, incerti, complessi e ambigui come quelli contemporanei.
Collaborazione, comunicazione, attenzione alle Persone, responsabilizzazione e anche accettazione dell’errore come momento di apprendimento sono sicuramente alcuni dei capisaldi che caratterizzano questo modo di vedere il lavoro e che possono essere introdotti anche nella Ricerca e Selezione.
Una raccomandazione su tutte è sicuramente quella di collaborare tra reparti durante il processo di Ricerca e Selezione, ma altrettanto importante è fare un’analisi retrospettiva del lavoro svolto per garantire il miglioramento continuo dei processi e, l’ho già detto, valutare i candidati a 360 grandi, non solamente per le esperienze pregresse ma anche per le attitudini.
Mi piace moltissimo il tuo motto – Mi prendo cura delle Organizzazioni e delle loro Persone affinché non si parli più di Work-Life Balance ma che anche il Lavoro sia degno di essere chiamato Vita. Quanto pensi il mondo del lavoro attuale si avvicini alla tua definizione?
Poco, ma sempre di più. Perché le Persone vogliono questo e le aziende sono fatte di Persone, quindi, anche se lentamente, ci arriveremo.
Ci parli dei tuoi prossimi progetti? Hai appena lanciato il ‘Career Coaching in 5 Step più 1’. Ci sveli qualcosa in più?
L’idea di fondere la Consulenza di Carriera Tradizionale con il Coaching e con la mia esperienza di Recruiter ed HR Manager è maturata in me con il tempo, ed ora era il momento di presentarla a tutti per dissolvere alcuni luoghi comuni, ad esempio che per trovare lavoro bastasse avere un CV fatto bene.
Non è così: il CV è uno strumento, solo uno strumento.
Un Percorso che, si spera, porterà a raggiungere il lavoro desiderato (perché dobbiamo ricordarci che nessun consulente può garantirci un’assunzione, gli elementi in gioco sono molti e fuori dal nostro diretto controllo) deve soffermarsi su vari punti tra i quali la conoscenza profonda del Candidato, la definizione di un Obiettivo ben formato, il confronto con il Mercato di riferimento, la definizione di una Strategia ad hoc, in parte diversa per ogni caso specifico e infine, ma solo infine, la creazione degli strumenti più adatti, quali CV e Profilo LinkedIn ma alle volte anche Video CV, Portfolio, etc.
E poi arriva l’ultimo grande impegno: mettersi in moto e agire, non prima di aver ben chiaro il proprio valore e i bisogni delle aziende di riferimento. E, naturalmente, cercando di sciogliere i pensieri negativi inutili per fare spazio a quelli che ci possono aiutare a perseverare e a mostrare il meglio di noi.
Tutti questi ingredienti possono aiutare nella ricerca del proprio posto nel mondo del lavoro, e solitamente lasciano molta consapevolezza e determinazione.
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