Matteo Sola HR L&D Leader iliad - Giada's project

Learning & Development, persone e digitale – Intervista a Matteo Sola, HR L&D Leader di iliad

Matteo Sola: HR Learning & Development Leader di iliad, Partner di Kopernicana, società di consulenza in ambito trasformazione organizzativa e new way of working e advisor ed angel nel mondo delle startup HR Tech. Coinvolto nella faculty dell’Università Bicocca di Milano, della 24Ore Business School e contribuisce come expert ai contenuti della community “Radical HR”. In passato ha collaborato con realtà come Newton S.p.A per poi passare a Talent Garden, la più grande piattaforma europea di spazi di coworking per talenti digitali. Un curriculum davvero con i fiocchi!

Matteo Sola HR L&D Leader iliad - Giada's project
Matteo Sola HR L&D Leader iliad – Giada’s project

Buongiorno Matteo, grazie per l’interesse nel progetto e per la disponibilità. Raccontaci un po’ chi sei, da dove sei partito e di cosa ti occupi oggi.

Sono un appassionato di persone e di apprendimento in generale, ma anche di innovazione. Dico sempre che mi occupo del mestiere più bello del mondo: mi impegno ogni giorno per capire come aiutare le persone a crescere e a migliorare il loro lavoro. Come HR nasco formatore d’aula in ambito manageriale e non ho mai smesso di fare attivamente formazione, che fosse fisica o da remoto. A questa ho aggiunto un’esperienza verticale nel mondo digital, anche applicato all’evoluzione delle competenze HR stesse. Il mio percorso è composto da diversi anni in consulenza e da diversi ruoli HR, ma sempre con l’obiettivo di arrivare ad essere quello che sono oggi: responsabile della funzione Learning & Development in azienda. Oggi coordino queste attività per iliad in Italia. 

Dov’è nato l’interesse per le Risorse Umane? Quali sono le aree delle HR che ti appassionano di più?

L’interesse per l’HR nasce dal mio bisogno naturale di studio ed approfondimento continuo. lavorare nell’L&D è prima di tutto una buona scusa per leggere ed aggiornarmi continuamente, per poi scrivere, divulgare contenuti (ultimamente mi sono aperto a diversi progetti editoriali), mettere in pratica le mie ricerche, testare e rimettere insieme questa esperienza in altro sapere da condividere successivamente. Credo realmente che la cultura e l’apertura al nuovo possano “salvare il mondo” e l’ho visto accadere diverse volte in termini di carriera e benessere a lavoro delle persone. Credo che la sfida che più mi appassiona da sempre sia il rinnovamento della funzione HR nel suo complesso, un cambiamento che deve essere utile a metterla al centro delle strategie aziendali per poter fare realmente la differenza per le persone. Più nello specifico, lo sviluppo manageriale, perché cambiare i metodi di gestione delle persone, spesso non adeguati alla complessità del business e del cambiamento generazionale in corso, è tanto importante quanto difficile. Oltre ad L&D, mi piace tutto ciò che una volta si definiva “soft” nel mondo HR: dalla Talent Acquisition alla comunicazione interna, ai più recenti settori del wellbeing e dell’engagement. Tutte attività molto sinergiche con L&D di fatto. 

Cosa consiglieresti a un giovane Matteo appena uscito dall’Università?

Di iscriversi ad un master HR come ho effettivamente fatto. Un’esperienza che consiglio a tutti e che mi ha permesso di aprire questo percorso professionale, a volte complesso e tortuoso ma alla fine, almeno ad oggi, vincente. E di pensare un po’ meno a “dove finirai” perché l’importante è sperimentare e le occasioni arrivano sempre (poi bisogna saperle cogliere). Oggi rifarei quasi tutto quello che ho fatto, passo dopo passo. Però forse gli direi che a volte si può lavorare un po’ meno e avere meno fretta (e su questo devo ancora migliorare parecchio).  

Come hai visto cambiare il mondo delle HR in questi ultimi anni? Secondo te quali saranno i trend del prossimo futuro?

L’ho visto cambiare tanto, in particolare grazie alle nuove generazioni che finalmente stanno svecchiando il contesto, che hanno una visione spesso mancante nei colleghi senior, i quali vengono da un’impostazione di mero “servizio” delle HR in azienda, che personalmente non condivido. Spingono, sono proattivi, si formano molto di più, masticano il digitale, non si accontentano di stare ai margini e fare il compitino. Serve sempre di più questo tipo di atteggiamento se vogliamo far svoltare le nostre organizzazioni. I trend del prossimo futuro sono legati a dosi massicce di digitale, sia come metodi di lavoro che come tecnologia in senso stretto. Ma anche un’attenzione sempre maggiore al benessere delle persone e alla costruzione di ambienti di lavoro e culture organizzative sane. Le nuove generazioni dei lavoratori sembrano aver chiuso agli ambienti “tossici” e al sacrificio fine a sé stesso e legato ad una visione di carriera ormai anacronistica. E penso che sia un bene.  

Cosa significa essere HR Learning & Development Leader di iliad?

Significa provare ogni giorno a capire come supportare le persone e potenziare il business insieme a loro. Questo passa dall’ascolto costante ed in ogni forma disponibile. Dalla progettazione di percorsi formativi ed eventi, processi, strumenti di lavoro e situazioni di incontro che possano portare una ventata di novità in azienda alla loro messa in pratica, che è un continuo test e miglioramento sul campo. E dal continuo chiedersi insieme al management “che azienda vogliamo essere domani?”. Oggi ho la fortuna di farlo con un management illuminato e un team L&D che sta crescendo e che porta avanti una quantità ormai rilevante di iniziative, senza mai accontentarsi.   

Oltre ad iliad, sei anche partner di Kopernicana, Expert del Radical HR Club, docente presso realtà di tutto rilievo come la 24ore Business School e l’Università Bicocca e hai anche scritto un libro, “OKR Performance”. Innanzitutto, complimenti! Com’è essere anche docente ed autore e, se posso chiederti, dove trovi il tempo per seguire tutto questo?

Il tempo è lo stesso per tutti. Ogni giornata è di 24 ore per ognuno di noi. La differenza sta nella sua gestione efficace, nelle priorità che ci diamo e nell’energia che ci mettiamo. Non nascondo di lavorare a tratti troppo e di non risparmiarmi mai, ho la fortuna di essere guidato dalla passione e questo rende tutto più facile, anche il sacrificio in più in tarda serata. Ma come dico sempre, in una battuta, il time management forse è l’unica competenza che dovrei realmente insegnare. 

“Always embracing the unconventional” è il tuo motto. Ce lo spieghi brevemente?

 È una semplice frase utile a ricordarmi che i limiti esistono solo nella nostra testa: il “non si può fare” è parente del “si è sempre fatto così” e di altre favolette che ci raccontiamo troppo spesso. I limiti sono frutto dell’abitudine e delle conoscenze o esperienze immagazzinate in passato, che rischiano di diventare false certezze. Quello che ci sembra strano e diverso, lontano da noi, invece è la chiave: se abbiamo apertura mentale, è sempre fonte di ispirazione e di possibili novità da sperimentare nel nostro ambito. Questa è per me la radice dell’innovazione. Con questa frase ricordo in primis a me stesso di percorrere sempre nuove strade.  

Una lettura che consiglieresti a chi si vuole avvicinare alle Risorse Umane?

A proposito di letture non convenzionali, consiglio “brave new work” o “corporate rebels”, testi utili, anche per chi non è un tecnico, a capire in modo semplice ed immediato quanto profondamente stiano cambiando le aziende e gli ambienti di lavoro oggi, mettendo in discussione le certezze del passato. 

Quali sono, a tuo avviso, le caratteristiche essenziali che una persona deve avere per operare nelle HR?

Una certa umiltà intellettuale. Apertura e curiosità per il lavoro degli altri. Disponibilità a capire, ma anche decisione e proattività per portare un impatto. Si fa fatica ad imparare l’interesse per gli altri e ad acquisire la passione per le persone e il loro lavoro se non ce l’hai. Tutto il resto si studia e si impara sul campo. 

A cosa ti dedichi nel tempo libero?

Un po’ di sport (troppo poco ultimamente, devo migliorare), tanta musica quando posso dal vivo, videogames e secchiate di cinema e serie televisive. Ci tengo a dire che tutti dovrebbero vedere Breaking Bad nella vita. È importante. 

Grazie Matteo per il confronto. Approfondirò le letture consigliate, mi sembrano essenziali per comprendere meglio il momento in cui ci troviamo.

Alla prossima intervista

Giada’s project

interni palestra con i tre fondatori, Marica, Luca e Davide

Palestre chiuse per il Covid? Ecco come reinventarsi online.

La pandemia ha profondamente scosso le nostre vite. Non possiamo muoverci, le palestre sono chiuse, i bar e ristoranti pure, le occasioni di socializzazione sono ridotte al minimo, viaggiare sembra un lontano ricordo…

Ci sono però dei settori che sono stati colpiti più duramente di altri. Oggi vorrei soffermarmi su quello sportivo. Sono ormai mesi che le palestre, piscine e centri sportivi sono stati costretti ad abbassare le serrande per l’emergenza Covid, un vero colpo al cuore per chi ci lavora e per tutti gli appassionati di sport.

Si dice che dalle più grandi avversità nascono anche nuove idee e nuove soluzioni per far fronte ai problemi. Molte attività si sono reinventate, modificate e hanno provato nuovi canali. Come si sa, il subbuglio provocato dal Coronavirus ha accelerato la digitalizzazione in tutto il nostro paese e altrove. Se non si può fare offline, non si può stare vicini e non ci si può toccare, forse l’online e il digital possono in qualche modo essere utili.

Ho voluto scambiare qualche parola con Marica Tel, la co-fondatrice del centro sportivo Body Factory, di Palazzolo dello Stella. La seguo soprattutto su IG e, seppure le restrizioni dei differenti DPCM l’abbiano messa alla prova, la vedo molto attiva e combattiva, come anche i suoi colleghi. Mi è nata così la voglia di confrontarmi con lei, per capire come sta reagendo a questo difficile periodo che vede la sua palestra chiusa.

La palestra, Body Factory

Qualche parola sul centro Body Factory è d’obbligo. Body Factory by DML Functional SSDaRL è un centro sportivo inaugurato a dicembre 2019. Questa palestra nasce dalla profonda passione e competenza di tre amici, Marica Tel, Luca Baldo e Davide Macor, che hanno unito la dedizione allo sport in generale e per il fitness in particolare, alla loro professione.

Offre spazi nuovi, altamente personalizzati e dai colori accattivanti. Qui potete trovare dei professionisti del settori mossi da un grande amore per lo sport.

Qualche parola con Marica sulle palestre chiuse e le strategie per reinventarsi

Dalle dirette, alle colazioni fit cucinate assieme alla sua community, alle rubriche settimanali dove l’esercizio fisico va di pari passo con la nutrizione, agli allenamenti online… I fondatori di Body Factory si sono saputi reinventare per far fronte alla chiusura della loro palestra.

logo palestra Body Factory nero e scritta bianca

Ciao Marica. Da quanto tempo è chiusa la vostra palestra Body Factory?

La nostra palestra purtroppo è rimasta aperta solo pochi mesi. Attualmente siamo chiusi da fine ottobre.

Come vi siete organizzati per far fronte a questo fermo imposto? Facevate già delle lezioni online prima di questa pandemia?

Siamo da sempre stati molto combattivi, crediamo tantissimo nel nostro progetto e abbiamo una missione, quella di portare benessere alle persone. Appunto per questo ci eravamo già attivati fin da subito nel primo lockdown online e con servizio schede + videolezioni registrate al fine di garantire un servizio similare a quello in presenza.

Che canali usate per comunicare e per portare avanti le attività della vostra palestra?

I canali maggiormente utilizzati sono Zoom meeting, Facebook e Instagram.

body factory palestre chiuse causa covid come reinventarsi immagini dal feed di Instagram esercizi e allenamenti online

I clienti della vostra palestra che feedback vi hanno dato, dopo aver sperimentato le lezioni online?

I nostri tesserati sono molto soddisfatti di questo servizio anche se non vedono l’ora di ritornare in presenza.

Pensi che continuerete a proporre dei percorsi online anche una volta passata l’emergenza covid?

Sicuramente sì, soprattutto per le persone che non vorranno tornare in presenza o per chi è lontano dal nostro centro e vuole ricevere un nostro servizio.

Se dovessi indicare solo una cosa, qual è quella che ti manca di più delle attività in presenza?

La cosa che mi manca di più è il sorriso dei ragazzi/e. L’atmosfera che si crea in palestra non è paragonabile all’online. In poche parole ci manca tutto.

Qual è la tua preoccupazione più grande in questo momento che vede le palestre chiuse?

La difficoltà economica.

Grazie per la tua disponibilità. Faccio tantissimi auguri a te e ai tuoi colleghi. Spero di rivederci quanto prima fisicamente.

Grazie a te per la tua disponibilità e per aver pensato a noi. Sei davvero una bella persona. Spero tutto questo finisca presto in modo da poterci vedere fisicamente.

interni palestra con i tre fondatori, Marica, Luca e Davide

Il futuro è incerto, non si sa ancora se è quando finirà quest’emergenza coronavirus. Vedere una luce in fondo al tunnel in una notte buia come questa, è difficile, ma è essenziale non mollare.

“Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto.”

Queste sono le parole che si vedono su uno dei muri della palestra Body Factory e beh, non posso che sottoscriverle.

Qui trovi i contatti del centro Body Factory:

391 750 9134

bodyfactoryfunctional@gmail.com

Body Factory, Via nazionale, 47, Palazzolo dello Stella

E tu hai stai facendo attività fisica online o ti trovi in una situazione simile? Parliamone nei commenti.