Ciao Marco, grazie per la disponibilità. Ti chiedo di raccontarci qualcosa in più di chi sei e del percorso che ti ha portato ad essere HR Manager di Chiurlo.
Ciao Giada, grazie a te per l’opportunità.
Al momento sono una persona felice, e la consapevolezza di esserlo è forse la cosa che mi rappresenta di più. Do valore a ciò che ho e a quello che faccio e, ogni mattina, non temo ciò che vedo riflesso nello specchio del bagno, professionalmente ed eticamente parlando, per il resto c’è poco da fare, ma penso sia già tantissima roba!
Ho svolto un percorso formativo che mi ha permesso di spaziare tra cultura scientifica ed umanistica, scoprendone l’utilità, come spesso capita, con il senno di poi.
Ho frequentato il Liceo Scientifico Tecnologico per poi iscrivermi a Giurisprudenza, in un momento in cui, non nego, avevo le idee ancora abbastanza confuse sul mio successivo possibile percorso professionale.
Ad indirizzarmi professionalmente è stata l’esperienza di lavoro svolta durante il percorso universitario presso una grande multinazionale della GDO, dove ho avuto la fortuna di scoprire la Gestione delle Risorse Umane, poiché l’Azienda adottava delle politiche e degli strumenti HR davvero all’avanguardia.
Da qui è nato il mio interesse, concretizzatosi, dopo la laurea, in 6 anni di esperienza presso la Danieli & C. S.p.A., colosso dell’impiantistica siderurgica con circa 10.000 dipendenti WW, dove ho avuto l’opportunità di approfondire e sperimentare tutte le pratiche ed i processi HR di una multinazionale, vivendo le dinamiche di Headquarters ed imparando da colleghi e Responsabili; forgiando nel tempo un mio stile di gestione HR che, da quasi 3 anni, ho portato nel Gruppo Chiurlo.

Da dov’è partito l’interesse per le risorse umane?
È partito dagli strumenti HR, che mi hanno subito fatto capire che per gestire le Risorse Umane è necessario essere organizzati, è un lavoro faticoso, non lo si può improvvisare e non lo si può svolgere da soli o delegarlo completamente.
È nato come un interesse, ma poi è diventata una missione, quella di far comprendere ai Manager ed alle Aziende che non basta un comparto HR per gestire le Risorse Umane, ma che è necessario che i Manager di ciascuna Unità di Business/Organizzativa acquisiscano le competenze e gli strumenti per essere dei Gestori di Risorse competenti.
Quali progetti hai ideato nella tua carriera di HR Manager e quali sono quelli che ti hanno dato maggior soddisfazione?
Ho avuto l’opportunità di partecipare a numerosi progetti di evoluzione organizzativa e di implementazione strumentale, soprattutto nelle aziende multinazionali in cui ha lavorato, questo mi ha permesso di costruire una cassetta degli attrezzi dalla quale, durante l’attuale esperienza, ho estratto diversi strumenti che hanno permesso all’Azienda di cambiare l’approccio alla gestione delle Risorse Umane, il più importante ritengo sia senza dubbio lo strumento di valutazione di Competenze e Performance, punto di partenza e di arrivo di ogni decisione connessa alla Gestione HR.
A tuo parere che ruolo hanno le soft skill in un processo di selezioni?
Hanno senza dubbio un ruolo importante, ma in una valutazione complessiva non devono condizionare in modo eccessivo, soprattutto per alcune tipologie di selezione, vanno verificate alcune attitudini “soft” di base, senza voler troppo sofisticare la valutazione, soprattutto in assenza di strumenti professionali per la loro analisi.
Chiaramente vorremmo sempre incontrare dei profili “brillanti e luminosi”, ma uno degli insegnamenti che ho fatto mio dalle esperienze passate è che spesso “il meglio è nemico del bene”, dove il “bene” per me è dettato da: una stretta di mano decisa, una preparazione al colloquio adeguata, una presentazione di sé lineare e convinta ed un’idea, almeno grezza, di quello che si vorrebbe “fare da grandi”, poi si passa ad analizzare le competenze tecniche.
Quali sono gli errori più grandi che hai trovato nei tanti CV visionati negli anni?
Non esiste il CV perfetto, ce ne sono alcuni graficamente più accattivanti ed alcuni meno, sicuramente ho letto tanti errori ed alcuni orrori, per questa ragione i CV vanno riletti e fatti rileggere, almeno per eliminare gli errori di ortografia.
Consiglio di “investire 2 righe” per descrivere il Business Aziendale e l’impatto del mestiere svolto in questo flusso, trasmettono molto di più rispetto a fare copia/incolla del mansionario tra l’azienda precedente e quella successiva.
Suggerisco di riempire i buchi temporali, soprattutto quelli notevoli, magari con informazioni non dettagliate ma significative.
Cosa consiglieresti o non consiglieresti di fare a una persona che cerca lavoro oggi?
Consiglierei, per prima cosa, di aver chiaro il mestiere che desidera svolgere, di non sparare nel mucchio, di concentrare le proprie energie su un settore professionale abbastanza specifico, in questo un buon aiuto lo possono fornire le aziende che si occupano di selezione e placement, con servizi dedicati che possono fare la differenza.
Suggerirei di approfondire la formazione relativa alle competenze richieste dal mestiere desiderato, coltivate i vostri talenti.
Infine, ritengo sia fondamentale prepararsi per i colloqui, studiare l’Azienda, l’annuncio di lavoro, comunicare in modo efficace. Uscire dal colloquio sapendo di aver dato il massimo!
Da cosa ti lasci ispirare? C’è una lettura/film/canzone/ecc. che più di altri ti ha guidato lungo il tuo percorso?
Cerco l’ispirazione giusta a seconda dell’obiettivo.
Mi lascio ispirare dalle persone che incontro nel mio percorso: candidati, colleghi, docenti; ascolto le loro storie e spesso trovo ispirazioni e modi differenti e magari più efficaci per affrontare alcune sfide.
Mi hanno ispirato alcuni libri, due su tutti “La città della gioia” di Domique Lapierre e “La fortuna non esiste” di Mario Calabresi.
Ho maturato due linee guida, fino ad oggi, che mi aiutano a indirizzare il mio percorso:
- Le cose vanno fatte accadere, non senza fatica, ma spesso commettiamo il grave errore di non renderci conto di ciò che abbiamo, cercando altrove, senza sosta, la felicità.
- Professionalmente, ma non solo, “la fortuna non esiste; esiste il momento in cui il talento incontra l’occasione” (cit.)
Nel tempo libero a cosa ti dedichi?
Mi piace divertirmi, godere del tempo assieme alla mia famiglia, fare sport, viaggiare, giocare, condividere nuove esperienze e progetti.
Grazie Marco per aver condiviso con noi questi preziosi spunti.
A presto