punti di domanda

Come scrivere un CV: attenzione a questi 5 punti

Scrivere il proprio CV non è sempre una passeggiata. A volte non sappiamo cosa dire, altre volte abbiamo fin troppo da scrivere e, se lo spazio finisce, è un problema. Tutte le esperienze sono importanti o solo alcune? Su quali competenze focalizzarsi? Le domande in merito al tema CV sono infinite.

Oggi vorrei focalizzare l’attenzione su 5 punti critici da tenere in considerazione quando ci si accinge a scrivere il proprio CV o anche solo ad aggiornarlo o aggiustarlo.

Pronto/a? Andiamo!

1. Il tuo CV è chiaro e facilmente leggibile?

Usa un carattere semplice e professionale, evita cose troppo azzardate (magari se sei grafico o in altri lavori viene apprezzata la creatività e conta molto di più il portfolio del CV, in altri casi invece è meglio optare per un font neutro e pulito). Occhio anche alla grafica, soprattutto ora che si tende spesso a personalizzare il proprio CV con Canva e strumenti simili, fai attenzione ai colori utilizzati, ai contrasti (es. scrivere in rosso su uno sfondo verde non è proprio la migliore delle idee), alla struttura nel suo complesso, se troppo complicata o ricca di dettagli appesantisce il tutto e rende più difficile la comprensione. Ricordati che il troppo stroppia e affatica.

2. Occhio ai refusi

Errare è umano, ci mancherebbe. Però è sempre meglio rileggere il proprio CV prima di inviarlo o caricarlo su qualche piattaforma. Affermare di essere attento/a ai dettagli e lasciare vari refusi lungo il testo non gioca a tuo vantaggio. Purtroppo spesso l’occhio cade proprio sullo sbaglio o sulla mancanza.

Ti consiglio quindi di rileggerlo, magari dopo esserti staccato dallo schermo per un po’ oppure stampandone una copia. Se puoi, fallo leggere a una persona esterna che non l’ha mai visto, certamente ai suoi occhi appariranno cose non più visibili ai tuoi, ormai assuefatti.

3. Rinomina il tuo CV in modo semplice e chiaro

MioCV, ultima modifica, file 0001, copia di copia cv mio, ecc. possono essere parlanti per noi, per chi riceve un file del genere un po’ meno. Mantieni le cose semplici ed evita di creare confusione: rinomina il file in un modo chiaro, per evitare fraintendimenti. Qualche esempio? CV Nome Cognome, Curriculum Vitae Nome Cognome, CV N. Cognome.

4. Inserisci una foto professionale

La foto nel CV non è obbligatoria anche se è data per scontata e spesso viene richiesta. Una immagine del candidato/a aiuta la memoria visiva, è molto più facile infatti ricordarsi di un volto o associare un profilo a una foto. Attenzione però a che foto usi. Pensa sempre che deve rappresentare il/la professionista che sei. Quindi duck face, foto alla sagra della birra, con occhiali da sole, sfondi ambigui, teste mozzate è meglio usarli altrove e non sul CV.

5. Sii breve. Il CV non è la tua autobiografia.

Evita i muri di testo, non stai scrivendo il libro della tua vita o la Divina Commedia 4.0. Sii sintetico/a, focalizzati sui dettagli principali, senza diventare prolisso/a. A nessuno piacciono i CV di 12 pagine e si corre il rischio di perdere dati invece essenziali. Aiutati con elenchi puntati e magari evidenzia i termini chiave.

Di consigli ce ne potrebbero essere ancora tanti, ma non è mia intenzione annoiarti troppo. Avendo fatto alcuni di questi e altri errori e trovandomi a fare uno screening dei CV, vorrei solo condividere la mia esperienza con te, sperando ti torni utile.

Hai altri suggerimenti per un CV efficace?

Fammi sapere la tua esperienza ed eventualmente contattami per un CV check.

Giada Rochetto personal branding mettici la faccia

Personal branding, ecco la mia storia partita da zero

Penso che avrai sentito pronunciare il termine personal branding (qualche approfondimento qui) tante volte. Non sono qui per insegnarti le tecniche migliori e come svilupparlo, ci sono dei professionisti e professioniste molto competenti in ambito personal branding che ti consiglio di seguire. Vorrei solo raccontarti la mia storia. Una storia di personal branding partita da zero.

Come ho iniziato?

Mettendoci la faccia. Sì, perché oltre a mostrare cosa si sa fare e come lo si fa, è importante mostrarsi. Mettendoci la faccia sarà più facile creare della fiducia, empatia e condivisione con chi ti guarda e ascolta o legge.

Le persone si fidano più delle altre persone e di quello che sanno veramente fare, rispetto a fogli di carta attestanti un titolo, aziende che parlano con linguaggi altiloquenti, distanti dalla realtà.

Non è stato semplice né immediato. La paura di sbagliare, di non avere nulla di interessante da dire, di sembrare sciocca o infantile era sempre in agguato. Soprattutto per me che, fin da piccola, non sono particolarmente avvezza a mettermi in mostra.

Tutti i cammini iniziano con un primo passo. Così, dopo la prima volta, la seconda, la terza, ecc. sono seguite.

Fare un lavoro di personal branding aiuta anche a crescere, conoscersi, accettare le critiche e i pareri contrastanti (perché ce ne saranno e anzi c’è da preoccuparsi se tutti sono d’accordo con quello che dici)…

Ho parlato della mia storia qui:

Farsi conoscere per farsi scegliere.

Per fare qualche esempio:

-Social Media (soprattutto LinkedIn e IG)

-Il mio blog (ci sei dentro yee)

-Rubrica ‘I consigli di zia G.’ per Blud

Post-it positivi dalla zona arancione su IG @ilbrucoconleali

Attività di volontariato digitale come 40 minuti

-Diverse collaborazioni con blog e riviste varie

Cosa mi ha portato questo percorso di personal branding in cui ci metto la faccia?

Mi ha dato la possibilità di conoscere splendide persone, professionisti/e e di creare relazioni di valore. Mi ha aiutata a credere di più in me stessa e nelle mie capacità. Mi ha portato anche dei risultati concreti, delle proposte di lavoro e di collaborazione su più fronti.

Il lavoro da fare è ancora molto, migliorarsi è sempre possibile, ma dall’altro lato è necessario iniziare. Come ho spesso sentito dire ‘Fatto è meglio che perfetto’. Oltre a questo aggiungerei che è importante anche godersi il viaggio, le curve, le soste, le salite e i tramonti.

Per concludere, il mio Personal branding è fatto con una buona dose di empatia, positività e cercando di non prendermi troppo sul serio 😊 ma con coerenza, sincerità e professionalità.


E tu come ti stai muovendo?