Penso che avrai sentito pronunciare il termine personal branding (qualche approfondimento qui) tante volte. Non sono qui per insegnarti le tecniche migliori e come svilupparlo, ci sono dei professionisti e professioniste molto competenti in ambito personal branding che ti consiglio di seguire. Vorrei solo raccontarti la mia storia. Una storia di personal branding partita da zero.
Come ho iniziato?
Mettendoci la faccia. Sì, perché oltre a mostrare cosa si sa fare e come lo si fa, è importante mostrarsi. Mettendoci la faccia sarà più facile creare della fiducia, empatia e condivisione con chi ti guarda e ascolta o legge.
Le persone si fidano più delle altre persone e di quello che sanno veramente fare, rispetto a fogli di carta attestanti un titolo, aziende che parlano con linguaggi altiloquenti, distanti dalla realtà.
Non è stato semplice né immediato. La paura di sbagliare, di non avere nulla di interessante da dire, di sembrare sciocca o infantile era sempre in agguato. Soprattutto per me che, fin da piccola, non sono particolarmente avvezza a mettermi in mostra.
Tutti i cammini iniziano con un primo passo. Così, dopo la prima volta, la seconda, la terza, ecc. sono seguite.
Fare un lavoro di personal branding aiuta anche a crescere, conoscersi, accettare le critiche e i pareri contrastanti (perché ce ne saranno e anzi c’è da preoccuparsi se tutti sono d’accordo con quello che dici)…
Ho parlato della mia storia qui:
Farsi conoscere per farsi scegliere.
Per fare qualche esempio:
-Social Media (soprattutto LinkedIn e IG)
-Il mio blog (ci sei dentro yee)
-Rubrica ‘I consigli di zia G.’ per Blud
–Post-it positivi dalla zona arancione su IG @ilbrucoconleali
–Attività di volontariato digitale come 40 minuti
-Diverse collaborazioni con blog e riviste varie
Cosa mi ha portato questo percorso di personal branding in cui ci metto la faccia?
Mi ha dato la possibilità di conoscere splendide persone, professionisti/e e di creare relazioni di valore. Mi ha aiutata a credere di più in me stessa e nelle mie capacità. Mi ha portato anche dei risultati concreti, delle proposte di lavoro e di collaborazione su più fronti.
Il lavoro da fare è ancora molto, migliorarsi è sempre possibile, ma dall’altro lato è necessario iniziare. Come ho spesso sentito dire ‘Fatto è meglio che perfetto’. Oltre a questo aggiungerei che è importante anche godersi il viaggio, le curve, le soste, le salite e i tramonti.
Per concludere, il mio Personal branding è fatto con una buona dose di empatia, positività e cercando di non prendermi troppo sul serio 😊 ma con coerenza, sincerità e professionalità.
E tu come ti stai muovendo?
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