The Banker, anno 2020, è un film basato sulla storia vera di due imprenditori afroamericani nell’America razzista di metà anni Cinquanta.
Ho visto ieri sera questo film e la sua trama, un bel mix di genialità, lotta al razzismo, esclusione, forza, e il suo protagonista, un uomo afroamericano, sognatore ed esperto di finanza e con un grande spirito imprenditoriale, mi hanno tenuta incollata fino all’ultimo.
La trama di The Banker in breve
La storia, basata su fatti realmente accaduti, parla di due abili e tenaci imprenditori afroamericani, Bernard Garrett, originario del Texas, paese fortemente razzista negli anni Cinquanta, e del suo socio Joe Morris, i primi due banchieri neri degli USA. Il tutto è ambientato negli anni Cinquanta, un periodo molto segnato dal razzismo e da forti divisione e pregiudizi tra bianchi e neri. Per ovviare queste problematiche, decidono di assumere un bianco come facciata della loro azienda e per l’acquisto di immobili, mentre loro continueranno a lavorare dietro le quinte.
Si spingono oltre, acquistando ben due banche in Texas, per aiutare i cittadini neri a ottenere prestiti, cosa fino ad allora impossibile. I fatti poi si complicano…. Ma non voglio svelarti troppo.
Frase più carica di The Banker
La frase che mi è piaciuta di più del film è stata questa
La risposta data dal ragazzo bianco, Matt Steiner, quando gli fu chiesto se sarebbe stato un problema per lui lavorare per due neri.
Perché vederlo
Per conoscere parti di storia non troppo lontane e probabilmente poco approfondite. Oltre a questo, perché The Banker è capace di farti ragionare. Al termine del film mi sono fermata qualche attimo a pensare che ancora oggi, a ben più 60 anni di distanza, con senza dubbio molti risultati raggiunti, essere nero/donna/ecc. a volte è ancora un problema.
Un altro perché? Nel cast c’è Samuel L. Jackson, attore che mi fa piacere ogni film in cui recita.
Perché guardare i film
Sono una cinefila, amo passare qualche serata a guardare film di vario tipo, possibilmente in lingua originale, così mi tengo allenata. Oltre a passare il tempo, per me i film sono fonte di ispirazione, di apprendimento, di condivisione. Un film, se fatto bene, ma ogni tanto anche se fatto male, sa farti pensare e mettere in discussione.
Se non l’hai visto te lo consiglio. Se l’hai visto, fammi sapere se ti è piaciuto o meno.
Conosci Risparmionetto? Se non lo conosci, beh, dovresti 😉 Ti consiglio di continuare a leggere.
Risparmionetto è un sito Web / e-commerce dove acquistare coupon usufruibili in Friuli-Venezia Giulia e dintorni. Gli sconti sono di vario tipo e di varia natura, da ristoranti, a visite specialistiche, ad attività sportive, a offerte per il benessere e la cura del corpo, a viaggi… Se conosci già Groupon, ti sarà più facile capire di cosa sto parlando (anche se personalmente preferisco Risparmionetto e non mi pagano per dirlo 😉).
Da dove nasce Risparmionetto
Risparmionetto nasce nel 2012 e da allora non ha fatto che crescere ed aumentare la sua offerta. L’idea parte dalla voglia di offrire a chi acquista la possibilità di provare per la prima volta un prodotto/servizio nuovo da un lato e di dare alle aziende la possibilità di raggiungere nuovi clienti e di farsi conoscere dall’altro, aspetto molto importante soprattutto per le piccole aziende e/o per le nuove realtà.
Risparmionetto: un’emozione a portata di mano (e di click)
Su sito di Risparmionetto è appunto possibile trovare ogni giorno nuove offerte e proposte con sconti fino al 70%. Il team si occupa di garantire la veridicità di queste proposte e la qualità dei servizi offerti, seppur in promozione.
Come funziona? Semplice. Basta andare sul sito o sull’app di Risparmionetto e scegliere (questa è la parte più difficile visto l’ampio ventaglio di offerte proposte) il o i coupon che più ti interessano. Una volta acquistato, mettiti in contatto con la struttura per prenotare e il gioco è fatto.
In ogni offerta sono ben specificate le modalità di utilizzo del coupon, cosa è compreso e cosa non è compreso, le tempistiche ecc. Vuoi leggere qualche parere di chi ha già vissuto una specifica esperienza? Dai uno sguardo alle recensioni per convincerti e avere una visione più ampia dell’offerta in questione.
Altra cosa? I coupon possono trasformarsi anche in una originale e comoda idea regalo.
Attenzione: per usufruire dei coupon è necessario essere nuovi clienti della struttura / azienda in questione.
Risparmionetto: la mia esperienza con i coupon
Sono ormai vari anni che mi affido a Risparmionetto. Ti confesso di aver provato un po’ di tutto. Cene e pranzi, offerte di estetiste e parrucchiere, massaggi, soggiorni in B&B… Alcune volte sono stata piacevolmente sorpresa e tutt’ora mi appoggio ad alcune strutture, altre volte un po’ meno, ma ti posso assicurare che è un sito che mi sento di consigliarti (approvato da zia G.).
Come si può leggere sul sito di Risparmionetto, le parole chiave che contraddistinguono questa realtà sono “Anima Locale, cura del cliente e dell’esercente, coinvolgimento diretto della community nella scelta delle offerte, aiuto agli esercente per ottimizzare l’effetto pubblicitario” e ti dirò cha dal lato cliente, mi sono sempre trovata bene e ascoltata. Durante il famoso lockdown 2020 avevo dei coupon in scadenza, la cui durata è stata prontamente allungata (cosa purtroppo non successa per un altro servizio acquistato da un altro portale di attività outdoor che mi ha lasciato molto scontenta, visto che era anche un regalo… ahi ahi ahi).
E quindi che altro dire? Vai, provalo e fammi sapere com’è andata.
E per la seconda volta, rullo di tamburi, abbiamo una bella Pasqua in Lockdown. Ahia.
Niente pranzi, scampagnate nei campi, viaggi e weekend fuori porta. Solo casa, giardino se c’è o terrazza. Poche persone e spostamenti limitati. Che noia. Già, un pochino.
Proviamo almeno a non annoiarci con i regali. Sì, le uova vanno benissimo, soprattutto se Kinder, ma ogni tanto si può osare un tantino di più. Ne ho scelti 7 a tema pasquale. 7 idee regalo buffe e originali per allentare la tensione e la noia.
Sei curioso/a? Partiamo con la lista.
Un libro di niente
Il libro di Paul Master è l’ideale per chi ‘non vuole niente’. ‘Un libro con 104 pagine di niente. Vuote.’ Un libro ad uso taccuino dove annotare le tue idee, schizzi, la lista della spesa o proprio un bel niente.
Cuoci uova per microonde
Sapevi che si possono cuocere le uova (con il guscio) nel microonde? Io no, sebbene sia una grande fan del microonde.
Con questo grosso uovo puoi superare uno dei pochi limiti del microonde. Metti fino a 4 uova dentro all’uovo cuoci uova – sì, come le matrioske – et voilà, il gioco è fatto.
Vulcano portauovo
Dopo il contenitore per cuocere le uova al microonde vuoi non abbinarci un bel vulcano come contenitore per le uova cotte alla coque?
Eruzioni di tuorlo assicurate.
Da servire con pane caldo tostato.
Lo puoi trovare sempre su Dottor Gadget.
Domino musicale
Lockdown quindi lavori in casa, divano, tv, dad, nextflix, video work out e poi? Giochi da tavolo.
Una versione alternativa al famosissimo Domino, amato da adulti e più piccini, è quello musicale con mini dischi in vinile. Adorabile.
Cavoletti di Bruxelles al cioccolato
Regalo o scherzo? Solitamente tutti o quasi – io faccio parte dei quasi – odiano i cavoletti di Bruxelles, poverini, sono così carini, un po’ puzzolenti quello sì. Ma se i cavoletti non fossero di Bruxelles, ma di cioccolato?
La confezione contiene 8 gustosissimi cavoletti di Bruxelles – sì, hai letto bene, gustosissimi vicino a cavoletti – il colorante è naturale, spirulina, e sono senza glutine.
Coniglietto da scrivania
Pasqua e conigli vanno a braccetto. Meglio se ti aiutano a tenere il materiale in ordine, come questo coniglio da scrivania con forbici e porta graffette. Ecco arrivato il nuovo compagno di ufficio.
Set di cioccolato per pantofolai
In questo ultimo anno l’utilizzo del divano, pantofole e telecomando è cresciuto in modo esponenziale.
Per riderci su, sperando di abbandonare questa situazione quanto prima, ecco il set giusto: telecomando, pantofole e bottiglia di birra al gusto di cioccolato al latte (e fondente).
Non preoccuparti, se invece sei una persona molto attiva, più zen oppure rock & roll, ci sono anche quelle versioni. Puoi trovare tutto questo e tantissime altre idee su Troppo Togo.
Qual è il tuo preferito regalo di Pasqua in lockdown preferito? Dimmelo nei commenti.
Il 15 marzo è la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla. Forse questo colore per te che leggi non è parlante o forse lo conosci già. Il lilla è il colore che rappresenta i DCA, Disturbi del Comportamento Alimentare (in inglese ED Eating Disorders). Il 15 marzo è la giornata nazionale contro i Disturbi del comportamento alimentare.
Da dove nasce la giornata del fiocchetto lilla
La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla per la prima volta è stata promossa del 2012 dall’Associazione “Mi Nutro di Vita” di Pieve Ligure, Genova. Dietro c’è un padre, Stefano Tavilla, che ha perso sua figlia Giulia di soli 17 anni a causa della bulimia. Giulia era in lista d’attesa di essere ricoverata in una struttura dedicata, ma non ce l’ha fatta. Il 15 marzo è proprio il giorno della sua scomparsa.
Questa giornata, viene sancita dalla Presidenza del Consiglio in data 19 giugno 2018. Il 15 marzo diventa quindi un giorno distintivo e riconosciuto istituzionalmente come giornata nazionale contro i Disturbi dell’Alimentazione.
La missione dietro alla giornata del fiocchetto lilla, del 15 marzo, è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei DCA, Disturbi del comportamento alimentare, oltre a dare speranza a chi ne soffre e a chi ha un caro/a che ne soffre.
In questa giornata in tutta la penisola italiana vengono organizzati eventi di vario tipo, da convegni, a presentazioni di libri, a banchetti informativi, a colorazioni lilla di monumenti cittadini, etc.
Cosa sono i DCA
I DCA, disturbi del comportamento alimentare, sono caratterizzati da un rapporto patologico con l’alimentazione e il cibo. Oltre a portare ad un consumo di cibo alterato, provocano danni di vario tipo sia alla salute fisica che alla sfera psicologica e sociale.
Per fare qualche nome, tra i DCA troviamo: Anoressia, Bulimia, Binge Eating, Obesità, EDNOS (disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati)
“In Italia sono 3 milioni i giovani che soffrono di DCA, un fenomeno spesso sottovalutato sia da chi ne soffre che dai famigliari, e che costituisce una vera e propria epidemia sociale: il 95,9% sono donne, il 4,1% uomini. Soffrire di un DCA, oltre alle conseguenze negative sul piano organico, comporta effetti importanti sul funzionamento sociale della persona, con gravi penalizzazioni della qualità di vita; ne limita le capacità relazionali, lavorative e sociali. Spesso, inoltre, il disturbo alimentare è associato ad altre patologie psichiatriche: oltre, quindi, a provocare un’intensa sofferenza psichica, coinvolge anche il corpo, con serie complicanze fisiche. Tuttavia, solo una piccola percentuale di persone che soffrono chiede aiuto.”
Coloriamoci di lilla
Dove trovare informazioni in merito ai DCA
I centri, associazioni, siti, ecc. dove poter trovare maggiori informazioni in merito a chi rivolgersi, come uscirne, quali sono i sintomi e le cause, oltre a trovare gruppi di supporto e testimonianze sono vari. Qui puoi trovare un elenco di quelle che conosco:
[lista in aggiornamento, se ne conosci altre, avvisami così le inserisco]
Spero che tu che leggi non abbia problemi del genere. Se invece ti ritrovi in queste situazioni o conosci qualcuno/a che potrebbe avere delle difficoltà, parlane, non sei solo/a.
Con l’adeguato aiuto e supporto è possibile uscirne, tornare a vivere e a sorridere.
Perché aprire un blog, quando il mondo ne è pieno e ci sono tantissime voci più esperte e conosciute della mia? Il tutto è nato dalla semplice idea di crearmi un sito portfolio mono pagina, dove indicare le mie esperienze lavorative, formazione e annessi e connessi.
E sito sia. Dopo qualche tempo di lavoro e gentile supporto dal mio master IT di fiducia il mio sitino era pronto. Ottimo, era quello che volevo. Magari il risultato finale non era una bellezza rara, ma era una discreta base per iniziare.
Come spesso accade, l’appetito vien mangiando. Da cosa nasce cosa e così, ho deciso di raggruppare tutti i piccoli frammenti di testo e consigli sparsi in un luogo unico. Da lì è nata l’idea di affiancare al sito un blog.
I miei perché dietro al mio blog (e alla mia vita)
O la mia mission 😉
Migliorare il mondo un millimetro alla volta e aiutare, anche di poco o pochissimo, la vita altrui.
Sia online che offline, porto avanti questa mission. In concreto, nel mio blog – come altrove – condivido quello che ho trovato utile e mi ha aiutata nel mio percorso fino a qua, oltre a raccontare storie uniche. Condivido spunti utili per aiutare e ispirare chi legge. Da strumenti di grafica, a tool, a consigli di lettura, a rubriche e newsletter per restare aggiornati, tanto per fare qualche esempio.
Prima di migliorare il mondo, migliora te stesso/a
Lungi da me, pensare di non lavorare su me stessa. Il lavoro su me stessa è una costante, giorno dopo giorno, e anno dopo anno. Il mio obiettivo nasce da un desiderio di condivisione.
Perché non condividere con gli altri quello che su di me ha funzionato? Perché non offrire qualche chiave di lettura diversa, o qualche semplice elemento che mi ha migliorato la vita o il lavoro?
Magari per alcuni/e sarà superfluo o addirittura inutile, mentre per altri/e sarà un buono spunto, o un input per poi proseguire.
Storie al gusto di unicità
Oltre a condividere elementi che profumano di utilità, capaci di aiutare e stimolare, amo anche parlare di unicità.
Raccontare l’unicità che c’è dietro ogni persona, progetto, realtà, perché siamo tutti/e differenti e portatori di sane differenze, meraviglie ed imperfezioni.
Storie personali, storie del mondo, storie di persone, servizi, aziende e realtà di vario tipo. Successi e fallimenti. Per motivare, ispirare e spingere a una più grande accettazione di ciò che è diverso da noi e della nostra routine.
Un blog per fare pratica
Un altro motivo che mi ha spinta a inaugurare il mio piccolo blog, è la voglia e necessità di fare esperienza.
Non sempre è possibile fare esperienza e trovare qualche posto dove ti diano la possibilità di farla. Così perché non farsela, almeno in minima parte da sé?
Aprire un proprio canale YouTube, una pagina, un blog, creare contenuti, attuare delle collaborazioni, ecc. aiuta a capire come muoversi, a provare, a testare.
Prima o poi una possibilità arriverà, ma intanto è meglio non trovarsi impreparati e aver mosso quale passo. Che dici?
Spero con tutto il cuore di non annoiarti. Spero altrettanto di riuscire nel mio intento, un millimetro alla volta, con il mio piccolo blog.
Sapere di aver aiutato o consigliato anche solo una persona, sarebbe un successo. Sono ben conscia che non è possibile aiutare tutti, nè che si può aiutare chi non vuole farsi aiutare.
Non siamo per tutti e forse è un bene, ma se tutti/e facessimo qualcosa di buono, anche impercettibile, credo che il mondo potrebbe essere un posto migliore.
Cosa fare a Udine? Cosa vedere? Se vuoi scoprire questo e molte altre curiosità sul capoluogo di provincia friulano, Blud, il blog di Udine e dintorni è quello che fa al caso tuo.
Da circa sei anni faccio parte della redazione di Blud, il blog che ti fa vivere Udine e il FVG attraverso gli occhi di chi ci abita.
Da sempre mi piace tenermi attiva anche extra lavoro e così, quando anni fa scoprii Blud, mi sembrò fosse il posto giusto per me. Eventi, storie, racconti, novità, iniziative, gente con voglia di fare, creare e ridere…. Così mi ci buttai.
Da appassionata del settore Food&Beverage e turismo, nel tempo ho scritto vari articoli, da ricette, a idee di viaggio a recensioni sui migliori, ma anche più caratteristici locali della regione Friuli Venezia Giulia che consiglio di provare almeno una volta… Blud però come avrai capito non è un semplice blog, ma è tanto altro. Negli anni mi ricordo vari eventi come il compleanno di Blud, vari aperitivi, alle gite fuori porta, partnership con differenti realtà, fino al Buddy Market versione online, tenutosi nel pieno dello scorso lockdown.
Da qualche tempo ho iniziato a dare un supporto nella gestione del profilo Instagram e nella creazione di contenuti. É nata una nuova rubrica ‘I consigli di Zia G.’ (Giada), dove do dei consigli flash su varie tematiche (la prima su come migliorare l’inglese, la seconda su cosa evitare quando si comunica online).
Devo confessarti che è un mondo che mi stimola molto, perché è capace di mettermi in contatto con realtà molto diverse e mi ha fatto scoprire delle attività che nemmeno sapevo esistessero. (se vuoi saperne di più o ti piacerebbe diventare collaboratore di Blud scrivimi pure).
Chi è Blud, il blog di Udine e dintorni?
Blud vede la luce nel 2015 come blog scritto a più mani. L’anno dopo diventa un’Associazione con la mission di raccontare la bellissima città di Udine e i suoi dintorni, tramite il web, i social network e promuoverlo con l’organizzazione di eventi. Il tutto per far conoscere artisti, artigiani, produttori, locali ed eccellenze del FVG.
Blud è vivo grazie a diverse voci, ma la nascita è da attribuire a due mitiche ragazze, La Ste e la Ale, il suo braccio destro.
Stefania Barbalance, fondatrice e presidente di Blud, e Alessandra Spangaro, vice-presidente, due menti creative e ricche di idee, che ho avuto il piacere di conoscere negli anni.
Scopriamo ora quello che si cela dietro a Blud, facendo quattro domande a S&A.
Cosa ti ha spinta a creare Blud?
S: Correva l’anno 2015, avevo appena concluso un’esperienza lavorativa a Milano ed ero tornata a Udine nell’attesa di decidere dove espatriare. A Milano lavoravo nel campo della moda per alcuni marchi street wear e mi occupavo di marketing e comunicazione. Ricordo che in quel periodo, grazie al mio lavoro, mi interfacciavo con riviste, blog magazine, stylist, produzioni televisive ed artisti e tutto questo mi illuminò.
Così rientrata nella mia città natale radunai alcuni amici sognatori e dissi: “apriamo un blog che racconti un po’ di tutto dalla moda agli eventi, dai viaggi alle ricette… Magari tutto questo ci porterà ad avere un vero lavoro un giorno…”
E così tra un calice di vino ed una birretta iniziammo a fare brainstorming… Sono passati più di 5 anni ormai, nel 2016 Blud ha fatto il passaggio ad associazione culturale, abbiamo alle spalle diverse collaborazioni, la pianificazione e la gestione di diversi eventi sul territorio, abbiamo un programma radio sulla webradio Efferadio, il blog è sempre attivo e siamo riusciti a crearci un nostro seguito.
Purtroppo – per ora – Blud non è ancora diventato un lavoro per nessuno però rimaniamo dei sognatori.
Blud, da dove nasce questo nome?
S: Si legge come si scrive e cioè: Blud. Blud è l’acronimo di BLog + UDine ed il logo è stato studiato ed il suo significato è un’occhio su Udine e dintorni. Il logo è stato creato dall’artista Johnny Cobalto
Cosa si può trovare su Blud? Parla solo di Udine?
A: Sul nostro blog si possono trovare notizie, interviste, diari di bordo e rubriche che riguardano Udine, il Friuli Venezia Giulia, ma non solo.
Come vedi Blud nei prossimi anni? Che obiettivi ti sei data?
A: Il futuro è continuare con gli eventi e fare le cose che a noi per prime piacciono fare: concerti, radio, incontri, interviste… E chissà, forse riusciremo un giorno a partire con dei corsi, idea che ci gira per la testa già da qualche anno ma per ora ci è di difficile realizzazione.
Intanto speriamo di poter riprendere con i Buddy Market, i laboratori e gli aperitivi. Purtroppo a marzo 2020 ci siamo dovute fermare proprio a pochi giorni da un mini festival che stavamo organizzando anche con altre realtà locali e oltre al divertimento c’era anche tutta una parte che riguardava l’ambito della salute. Sono progetti che desideriamo riprendere e portare avanti ma per ora, quello che possiamo fare e continuare a far conoscere Udine, i suoi artisti, i suoi produttori e le sue chicche.
Questo Blud vi ha incuriosito?
Se hai delle notizie da segnalare o proposte di argomenti da trattare fammelo sapere sotto. 😉 Siamo sempre aperte a nuove idee.
La lingua inglese è una competenza ormai data per scontata, ma qual è realmente il tuo livello di inglese? Quasi tutti sanno parlarlo e ogni giorno veniamo a contatto con termini in inglese, soprattutto lavorando in certi settori. Molto spesso inseriamo termini inglesi – meeting, coach, training, experience, full immersion, non ti dicono nulla? – nel nostro parlato comune (sebbene via sia un corrispettivo nella lingua italiana) perché alle volte rendono meglio l’idea, altre ci rendono più sofisticati e poliglotti.
Parlarlo però il più fluentemente possibile, sapendo cambiare registro, conoscendo anche le diverse sfumature e il giusto lessico non è per tutti. Io stessa continuo a studiarlo giornalmente e, più approfondisco più mi accorgo che c’è un mondo da scoprire.
Dopo aver letto l’interessantissima newsletter di Hillary Schepps, della scuola di lingue Intuition, e mio collegamento su LinkedIn, ho pensato di condividere con te i metodi che uso per migliorare la lingua inglese.
Spero ti siano utili.
Tandem linguistico
La bicicletta biposto? No, non proprio.
Il tandem linguistico è un efficace metodo di apprendimento di una lingua straniera. Consiste nel conversare con un partner di un’altra lingua e cultura. Come? Attraverso una conversazione alternata. Ad esempio, parlando per mezz’ora in italiano e per la seconda mezz’ora in inglese. Possono avvenire sia in modalità offline, attualmente impraticabile, che online.
Al momento io ho due partner linguistici con cui faccio delle conversazioni. Una ragazza che abita a Londra e un ragazzo californiano che attualmente abita in Italia.
Oltre a implementare la lingua, hai anche la possibilità di scoprire piccole curiosità sulla cultura e sulle usanze del tuo partner linguistico oltre magari a creare una nuova amicizia.
Guardare i film e serie in lingua originale (o selezionare l’inglese come lingua)
In questi ultimi mesi passiamo molto più tempo a casa del solito. Tra le varie attività, sicuramente ci sarà una bella fetta spesa davanti alla tv o al pc consumando contenuti video, serie e film su Netflix, Sky,Prime Video, Infinity ecc. Perché non unire allora al dilettevole anche l’utile?
Prova per una volta a guardare la tua serie preferita oppure un film che già conosci, o anche uno vecchio che hai già visto, in inglese. Non capirai tutto al 100%, ma sarà un ottimo modo per abituarti alla lingua, ai differenti accenti, alle pronunce e così via.
La prima volta sarà difficile, ma man mano che andrai avanti, diventerà sempre più semplice. L’ultimo film che ho visto in inglese è Guardiani della Galassia della Marvel – o per dirlo in inglese Guardians of Galaxy.
Io solitamente non utilizzo i sottotitoli per sforzarmi a capire quanto più possibile e per focalizzarmi soprattutto sul parlato, senza leggere. Ma certamente anche inserirli è utilissimo per imparare come si scrivono i nuovi termini che ascolti.
Leggere articoli, blog, libri, giornali in inglese
Ti piace leggere? Prova a leggere direttamente in inglese. Leggendo un libro nella sua lingua originale, hai la capacità di notare tutte le sfumature che, con la traduzione, ogni tanto andrebbero perse. Se usi un Kindle e ti trovi di fronte a un termine che non conosci, risalire al suo significato sarà facilissimo. Grazie al dizionario integrato, basterà premere a lungo sul termine in questione per scoprire la sua definizione.
Oltre ai libri, leggere articoli, giornali e blog scritti in lingua inglese ti aiuta ad ampliare il tuo vocabolario. Soprattutto troverai manciate e manciate di espressioni tipiche di chi lo inglese lo parla da sempre.
App
Ci sono moltissime app che possono essere utili per apprendere questa lingua, da Duolinguo, a Babbel, a Xeropan. Vorrei soffermarmi su quest’ultima. Xeropan è stata un’ottima scoperta da qualche settimana fa. Recita così
‘Studia l’inglese con quiz interattivi su argomenti quotidiani. Non sono ammesse lezioni noiose.’
e posso confermarti che è proprio vero. Xeropan è ottima per imparare l’inglese e per migliorare le tue skill con la lingua di sua maestà, la regina Elisabetta.
Oltre ad apprendere la grammatica e a una vasta gamma di espressioni comuni, c’è anche la possibilità di chiacchierare in inglese. Eh sì, hai letto bene, chiacchierare. Puoi infatti sostenere degli esercizi di comunicazionecon un bot in situazioni reali. L’ultima volta che ne ho fatto uno, si trattava di una visita medica, dove il bot era il mio dottore. 😊
Puoi modulare anche la velocità della sua voce. Da un inglese lento e scandito a una velocità elevata, come se tu stessi parlando con una persona reale.
Questi suggerimenti sono solo alcuni di quelli che potrebbero essere messi in pratica per imparare l’inglese. Oltre a quelli sopra citati, come metodo di apprendimento della lingua inglese utilizzo anche i podcast, YouTube, i gruppi Facebook per imparare la lingua inglese, social. Ci sono poi i corsi di lingua – se ne stai cercando uno, ti consiglio una scuola ottima, Intuition, fonte di ispirazione per questo articolo – le ripetizioni, i libri di testo e chi più ne ha più ne metta.
Queste quattro mosse sono quelle che ultimamente sto usando di più. Mi piace però anche cambiare e variare. Le strade sono tante e quando si impara o si approfondisce una lingua straniera, annoiarsi non è una possibilità.
Stai approfondendo un’altra lingua? Questi suggerimenti restano validi. Un elemento essenziale nell’apprendimento di una lingua straniera è la curiosità. Se hai quella tutto diventa più semplice.
E poi? Viaggiare. Così puoi mettere in pratica per davvero quello che hai studiato, ascoltato e assimilato. Ora non si può, lo sappiamo, ma quando si potrà, aggiungi una meta estera alla tua wish list. Nel frattempo, devo riconoscere che siamo però fortunati avendo così tanti tool e possibilità per migliorare il nostro inglese comodamente da casa. Facciamo quindi tesoro di questi periodi di restrizioni per migliorarci.
E ora? Let’s go!
Tu che strategie usi per imparare una lingua straniera?
La pandemia ha profondamente scosso le nostre vite. Non possiamo muoverci, le palestre sono chiuse, i bar e ristoranti pure, le occasioni di socializzazione sono ridotte al minimo, viaggiare sembra un lontano ricordo…
Ci sono però dei settori che sono stati colpiti più duramente di altri. Oggi vorrei soffermarmi su quello sportivo. Sono ormai mesi che le palestre, piscine e centri sportivi sono stati costretti ad abbassare le serrande per l’emergenza Covid, un vero colpo al cuore per chi ci lavora e per tutti gli appassionati di sport.
Si dice che dalle più grandi avversità nascono anche nuove idee e nuove soluzioni per far fronte ai problemi. Molte attività si sono reinventate, modificate e hanno provato nuovi canali. Come si sa, il subbuglio provocato dal Coronavirus ha accelerato la digitalizzazione in tutto il nostro paese e altrove. Se non si può fare offline, non si può stare vicini e non ci si può toccare, forse l’online e il digital possono in qualche modo essere utili.
Ho voluto scambiare qualche parola con Marica Tel, la co-fondatrice del centro sportivo Body Factory, di Palazzolo dello Stella. La seguo soprattutto su IG e, seppure le restrizioni dei differenti DPCM l’abbiano messa alla prova, la vedo molto attiva e combattiva, come anche i suoi colleghi. Mi è nata così la voglia di confrontarmi con lei, per capire come sta reagendo a questo difficile periodo che vede la sua palestra chiusa.
La palestra, Body Factory
Qualche parola sul centro Body Factory è d’obbligo. Body Factory by DML Functional SSDaRL è un centro sportivo inaugurato a dicembre 2019. Questa palestra nasce dalla profonda passione e competenza di tre amici, Marica Tel, Luca Baldo e Davide Macor, che hanno unito la dedizione allo sport in generale e per il fitness in particolare, alla loro professione.
Offre spazi nuovi, altamente personalizzati e dai colori accattivanti. Qui potete trovare dei professionisti del settori mossi da un grande amore per lo sport.
Qualche parola con Marica sulle palestre chiuse e le strategie per reinventarsi
Dalle dirette, alle colazioni fit cucinate assieme alla sua community, alle rubriche settimanali dove l’esercizio fisico va di pari passo con la nutrizione, agli allenamenti online… I fondatori di Body Factory si sono saputi reinventare per far fronte alla chiusura della loro palestra.
Ciao Marica. Da quanto tempo è chiusa la vostra palestra Body Factory?
La nostra palestra purtroppo è rimasta aperta solo pochi mesi. Attualmente siamo chiusi da fine ottobre.
Come vi siete organizzati per far fronte a questo fermo imposto? Facevate già delle lezioni online prima di questa pandemia?
Siamo da sempre stati molto combattivi, crediamo tantissimo nel nostro progetto e abbiamo una missione, quella di portare benessere alle persone. Appunto per questo ci eravamo già attivati fin da subito nel primo lockdown online e con servizio schede + videolezioni registrate al fine di garantire un servizio similare a quello in presenza.
Che canali usate per comunicare e per portare avanti le attività della vostra palestra?
I canali maggiormente utilizzati sono Zoom meeting, Facebook e Instagram.
I clienti della vostra palestra che feedback vi hanno dato, dopo aver sperimentato le lezioni online?
I nostri tesserati sono molto soddisfatti di questo servizio anche se non vedono l’ora di ritornare in presenza.
Pensi che continuerete a proporre dei percorsi online anche una volta passata l’emergenza covid?
Sicuramente sì, soprattutto per le persone che non vorranno tornare in presenza o per chi è lontano dal nostro centro e vuole ricevere un nostro servizio.
Se dovessi indicare solo una cosa, qual è quella che ti manca di più delle attività in presenza?
La cosa che mi manca di più è il sorriso dei ragazzi/e. L’atmosfera che si crea in palestra non è paragonabile all’online. In poche parole ci manca tutto.
Qual è la tua preoccupazione più grande in questo momento che vede le palestre chiuse?
La difficoltà economica.
Grazie per la tua disponibilità. Faccio tantissimi auguri a te e ai tuoi colleghi. Spero di rivederci quanto prima fisicamente.
Grazie a te per la tua disponibilità e per aver pensato a noi. Sei davvero una bella persona. Spero tutto questo finisca presto in modo da poterci vedere fisicamente.
Il futuro è incerto, non si sa ancora se è quando finirà quest’emergenza coronavirus. Vedere una luce in fondo al tunnel in una notte buia come questa, è difficile, ma è essenziale non mollare.
“Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto.”
Queste sono le parole che si vedono su uno dei muri della palestra Body Factory e beh, non posso che sottoscriverle.
Oggi ti voglio consigliare un libro un po’ diverso dal solito. Niente strategie di marketing, comunicazione, personal branding o letture motivazionali. Solo Andrà tutto bene, un libro che mi ha fatto fare delle grasse risate. Per me uno scritto diventa degno di nota anche quando è in grado di fare questo. Non per forza insegnare qualcosa di nuovo, ma anche soltanto – come se fosse scontato – alleggerire la vita di una persona e portare un po’ di luce in un periodo cupo.
‘Andrà tutto bene. Un volume da maneggiare con i guanti!’
Di chi vi sto parlando? Del libro del fumettista Leo Ortolani, scritto durante i primi mesi dello scorso, indimenticabile anno 2020.
Andrà tutto bene, magari accompagnato da un arcobaleno. Questa frase tormentone nata a inizio lockdown, ci ha accompagnato in tutti quei giorni bui e incerti. Di meme con questa frase ce ne sono e ne sono stati creati tantissimi. Dall’andrà tutto bene un ***, al pensavo meglio, al balcone crollato con affisso lo striscione con questa frase…
L’autore ha ripreso questa frase simbolo del lockdown e in parte di una prima ripartenza (e successiva ricaduta, zone rosse, arancioni, gialle… sappiamo già il resto) come titolo del suo libro a tema.
Una vignetta al giorno per tutti i giorni passati in quarantena, tra marzo e maggio 2020. Tutte le strisce in un unico, grande volume, da gustarsi fino all’ultima pagina.
Riprende tutto, ma proprio tutto. Dagli scaffali vuoti, alla caccia al lievito scomparso, alle canzoni dai balconi, agli stratagemmi per poter uscire a prendere una boccata d’aria, fino alle dirette di Conte.
Per riprendere le parole di Matteo Mastragostino, de La Provincia di Como ‘Un po’ di spensieratezza in un momento complesso.’.
Perché te lo consiglio?
Questi mesi ti hanno messo a dura prova? Non ce la fai più a stare dietro a tutti questi cambi, chiusure, restrizioni, coprifuoco, social distance, gel igienizzanti e mascherine dappertutto? Non voglio assolutamente sminuire la gravità della situazione, i problemi ci sono e il pericolo è ancora presente. Purtroppo oltre alla salute, questa pandemia sta impattando in modo sempre più pesante anche l’ambito psicologico delle persone.
Riderci su non è la soluzione a tutto questo, lo so benissimo. Una risata però può essere salutare e aiuta. Soprattutto in questi mesi difficili segnati dalla pandemia e da tutta l’instabilità che ha portato, una risata sia quanto mai importante. Allevia la tensione, stempera i toni e porta più benefici di una visione disfattista e cupa.
Queste pagine non sono la cura, ma se ami l’ironia, i toni ironici e pungenti, ti prometto che passerai qualche ora con le lacrime agli occhi da quanto ti farà ridere.
L’autore, Leo Ortolani
Qualche parola sul genio che si cela dietro a queste vignette è d’obbligo. Leonardo Ortolani, detto Leo, è nato a Pisa nel 1967. Fumettista molto apprezzato, diventato celebre per il suo eroe per eccellenza, Rat-Man(presente anche all’interno di Andrà tutto bene.). I suoi lavori gli sono valsi svariati riconoscimenti.
Sperando in un ritorno a una situazione dove tutti possano stare meglio, spero che queste pagine ti regalino qualche attimo di sollievo e spensieratezza. Non ti spoiler il finale perché alla fine, lo abbiamo vissuto tutti.
Mi auguro davvero che prima o poi torni ad andare tutto bene.
E tu lo conoscevi già? Ti è piaciuto?
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